(Sandro Penna)
Dal racconto di un amico che incontrai per la prima volta molto tempo fa, custodisco i suoi pensieri sempre con affetto e attenzione, spero di ricordare le sue parole con altrettanta cura. Mi manchi.
– Qual’è il momento preferito della tua giornata tipo?
– Non saprei, devo rispondere per forza?
– Come ti pare
– Fammici pensare…
– Fai con calma, puoi pensare per tutto il tempo che ti pare, mi paghi anche per non metterti fretta
– … non so, forse non esiste un momento preferito. Esiste però, forse, un momento che non mi fa schifo come tutti gli altri
– Bene, sempre molto positivo vedo, ma su questo ci lavoreremo poi, già lo sai. Quale sarebbe questo momento comunque?
– Quando mi sveglio la mattina
– E cosa ci sarebbe di particolare?
– Nulla, non ho mai detto che è “particolare”, è un momento come tutti gli altri, tranne che per una piccola ma rilevante peculiarità: non pensi a nulla
– Come sarebbe a dire che non pensi a nulla?
– Ma si… ti svegli, rintontito dal sonno, nel tuo letto. Apri lentamente gli occhi, ti guardi in giro, ti rigiri tra le lenzuola e hai cinque secondi di totale lucida incoscienza. Il tuo cervello chiede, pretende informazioni, lo fa incessantemente per tutto il resto del giorno, solo che stavolta è rallentato è ancora addormentato e si sta mettendo in moto : dove sono? cosa ci faccio qui? è casa mia o sono altrove? mi trovo al sicuro? MI TROVO AL SICURO!? Si domanda perfino “chi sono?”, cosa devo fare, cosa accadrà tra poco, cosa faccio ora? cosa ho fatto ieri, cosa ho fatto ieri notte, l’altro ieri, cosa ho fatto tutti i giorni passati che ho vissuto finora? Le domande base che qualsiasi macchina in fase di “riavvio” pone a se stessa. Domande le cui risposte arrivano comunque nel giro di pochi secondi.
– E quindi? Perchè credi che questi cinque secondi non facciano poi così schifo come tutti gli altri cinque secondi della tua giornata?
– Perchè durante tutti gli altri cinque fottuti secondi della mia giornata conosco le risposte a queste domande. Durante i primi cinque secondi della mia giornata, dieci a volte se sono fortunato e particolarmente rincoglionito, queste domande non hanno, anche se per poco, risposte, e puoi così tranquillamente dimenticarti di chi sei, di cosa hai fatto, di tutti i ricordi, belli, brutti, emozionanti, del tuo passato, del tuo futuro. Puoi lasciarti alle spalle i tuoi amori, il tuo lavoro, i tuoi figli, gli impegni, la vita stessa. In quei cinque secondi, solo per quei cinque secondi sai di essere niente e nessuno. O almeno speri di esserlo. Niente e nessuno.
– …e poi?
– E poi cosa? E poi arriva l’inculata.